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Data di pubblicazione: 30 luglio 2006

Sfollagente ai vigili urbani di Salerno. Entro settembre?

Il Mattino
Campania
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GIANNI COLUCCI Salerno. Sfollagente ai vigili urbani di Salerno. Entro settembre. È la proposta che arriva dal sindaco diessino della seconda città campana, Enzo De Luca. L’annuncio all’indomani di un’aggressione che lo stesso prima cittadino ha subito mercoledì, per la verità riuscendo a rintuzzarla con la sua solita veeemenza, da un parcheggiatore abusivo. «Mi ha chiesto dei soldi in un parcheggio libero e alle mie rimostranze mi ha detto ”ti sparo”», racconta il sindaco. De Luca ha chiamato la polizia facendo arrestare l’uomo che è stato identificato (si tratta di un marocchino con precedenti penali) e portato davanti al giudice (lunedì il processo). L’episodio sarà stato la molla che ha spinto il sindaco a proporre questa drastica misura. Una decisione che è ben vista dagli stessi interessati. I vigili urbani, che solo pochi giorni fa hanno assistito all’ennesima aggressione a un loro collega (schiaffeggiato da un automobilista in pieno giorno), accolgono positivamente la proposta. Ma prendono la palla al balzo per denunciare le carenze di personale: «Avessimo un organico sufficiente a tenere in strada pattuglie composte di due uomini almeno, le aggressioni sarebbero più rare - dice Angelo Rispoli della Cgil - Invece qui si lesina anche sui soldi per le radio ricetrasmittenti. Non ce ne sono a sufficienza per tutti i nostri colleghi». Salerno, dunque, potrebbe essere una delle 17 città italiane che già hanno in strada vigili con gli sfollagente (mentre sono settanta i centri, anche piccoli, che hanno vigili dotati di spray al peperoncino). «Non serve avere la pistola nella fondina - aggiunge Enzo Acconciagioco, popolare vigile urbano di Salerno - a volte lo sfollagente consente di venire a capo di situazioni complesse, come una rissa nel bel mezzo della movida salernitana. Io ne ho preso uno a mie spese. Ma lo uso solo per fare viabilità, come una paletta». La normativa che regola l’utilizzo dei manganelli è abbastanza recente. L’ex ministro dell’Interno Pisanu, l’anno scorso ha autorizzato i vigili urbani di Milano a dotarsi di «strumenti di autotutela». Nel capoluogo lombardo infatti, la decisione della giunta di mettere a disposizione dei «ghisa» spray e manganelli, aveva dovuto ricevere l’avallo proprio del ministero che, con una nota, aveva consentito ai vigili di accompagnare alla pistola d’ordinanza le altre dotazioni. A Milano la faccenda però si è arenata sul tipo di manganelli da mettere nelle mani dei poliziotti, sul materiale da usare e sui prototipi che erano stati forniti dalle società specializzate nella produzione di questi particolari articoli. Resta sullo sfondo una situazione di particolare difficoltà a Salerno. La città è afflitta da tempo da una microcriminalità aggressiva. Dalla Movida, che ha reso celebre e fatto rivivere il centro storico, più volte i vigili urbani sono usciti malconci. «Non si può certo usare la pistola - dice Acconciagioco - davanti a uno con un coltello in mano, o per aver ragione di un gruppo di facinorosi: meglio il manganello». E anche il recente fenomeno delle baby gang, composte da minorenni che scorazzano a piedi o in mountain bike sul lungomare salernitano, compiendo aggressioni ai loro coetanei, potrebbe essere scoraggiato secondo l’ipotesi di De Luca da un vigile urbano che faccia un po’ paura. Le bombolette urticanti e i manganelli lasciano il segno.
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«Ma a Napoli mai, l’ordine pubblico tocca ad altri»
«Lo sfollagente ai vigili non mi pare una priorità per dare soluzione ai problemi di Napoli». Chiamiamolo con il suo nome, assessore Mola. Manganello. Il nome non le piace? «Poco. Il problema del traffico che soffoca Napoli, delegatomi dal sindaco Iervolino, è complesso. Parlare di manganello dà, al contrario, l’idea della soluzione che taglia tutto con l’accetta e risolve poco se non nulla. Abbiamo altre priorità a Napoli». Avrà pregiudizi d’altro tipo? «Assolutamente no. Non mi scandalizza certo faccia parte della dotazione delle forze dell’ordine in determinate circostanze. Dico solo che non capisco cosa risolva, nel caso della nostra città e dei suoi problemi di mobilità. E penso anche che la polizia municipale abbia, rispetto ad altre forze dell’ordine con le quali è bene cooperi, un’altra vocazione.» Qual è? «Una vocazione più devoluta all’applicazione dei regolamenti comunali, al rispetto del codice della strada e di una cultura di legalità in genere. Non credo sia il caso si alterino le sue caratteristiche». E le priorità? «Far mettere il casco ai ragazzini, il controllo dei motorini, la sanzione di chi parcheggia dove gli pare. la mia personale priorità è, dunque, avere in strada il più alto numero di vigili possibile». E se fosse un problema di autodifesa? Non è facilissimo, talvolta, il lavoro su strada. «I vigili urbani sono in grado di difendersi; tra l’altro non si muovono mai da soli e quando è il caso cooperano con le altre forze dell’ordine. Anche qui non vedo l’utilità di altra dotazione». Non è che le pare una soluzione un po’ troppo di destra? Un po’ come quelle che vengono rimproverate al sindaco di Bologna, Cofferati? «Cofferati ha fatto alcune cose che approvo completamente e che mi piacerebbe vedere realizzate anche da noi». Ad esempio? «Ad esempio togliere i lavavetri dai semafori. Purtroppo da noi si è già stabilito che i vigili urbani non possono perseguire il fenomeno. Io credo che, al contrario, dovremmo rivedere le nostre scelte. La legalità non ammette deroghe e, soprattutto, non può essere tollerante con meccanismi di sfruttamento». c.gr.
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